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248 parte ii - capitolo v

riescì gradito, Maria continuava a piangere. Ebbe allora l’idea di mettersi al piano e si mise a picchiare e ripicchiare otto o dieci battute d’una monferrina antidiluviana. Allora la principessina Maria si mansuefece, si lasciò pigliar dalla sua musicista di camera così delicatamente come se le sue braccine fossero state ali di farfalla e posar sulle ginocchia così piano come se vi fosse stato pericolo di far cader in polvere le vecchie gambe.

Udite cinque o sei repliche della monferrina, Maria fece un visino annoiato, si provò di strappar dal piano le mani rugose della suonatrice e disse sotto voce: «cantami una canzonetta.» Poi, non ottenendo risposta, si voltò a guardarla in faccia, le gridò a squarciagola:

«Cantami una canzonetta!»

«Non capisco» rispose la Pasotti «sono sorda.»

«Perchè sei sorda?»

«Sono sorda» replicò l’infelice, sorridendo.

«Ma perchè sei sorda?»

La Pasotti non poteva immaginare cosa chiedesse la bambina.

«Non capisco» diss’ella.

«Allora» fece Maria con un’aria molto grave «sei stupida.»

Dopo di che aggrottò le ciglia e riprese piagnucolando:

«Voglio una canzonetta!»

Qualcuno disse dal giardinetto:

«Eccolo, quel dalle canzonette!»