Pagina:Piccolo Mondo Antico (Fogazzaro).djvu/361

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per il pane, per l'italia, per dio 357

sporca sul carrubo che n’è intristito. Ricordai alla Veronica, naturalmente, quanto il carrubo è caro a te. Maria l’udiva che brontolava tra sé contro il povero carrubo perché manda ombra in cucina e gli augurava di crepare. «Taci!», le intimò Maria con una forza inesprimibile. «Ti mando via se non taci.» L’altra la rimbeccò e Maria fuori a piangere. Io udii e accorsi. «Perché piangi?» «Perché la Veronica dice brutte parole alla pianta di papà.» Bisognava vedere che visetto irritato! Adesso fa lei la guardia al carrubo, non se ne allontana senza una predica alla Veronica e prende un’aria d’importanza come se la vita del carrubo fosse affidata a lei. Ogni mattina, quando va in giardinetto, corre lì e dice: «stai bene, pianta?». Oggi ha versato molte lagrime perché la breva soffiava scotendo forte il carrubo e poi ch’ella gli ebbe fatto la solita domanda, io le dissi: «vedi che non sta bene il carrubo? Vedi che risponde di no?». Più tardi mi domandò se il carrubo, quando muore, va in Paradiso. Le risposi che siccome il carrubo disturba la Veronica mandando l’ombra in cucina, non può andare in Paradiso. Tacque mortificata.

Lo zio Piero è oramai rassegnato del tutto alla perdita del suo occhio. Si paragona ad un altare dove si dice messa e il chierico ha spento, durante l’ultimo vangelo, una delle due candele. Dopo pranzo egli e Maria fanno in loggia delle conversazioni senza fine, non più interrotte dal corso del