Pagina:Pio IX - Lettera di Giuseppe Mazzini al clero italiano.djvu/10

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chi la proferisce. La potestà sovrana è in Dio solo. E segno di potestà legittima sulla terra è l’interpretazione della sua legge. Interpreti nati son gli uomini potenti sovra gli altri per genio, per virtù, per amore e spirito di sacrificio. Il giudice migliore dell’opere loro è il popolo. Tre volte santo è Iddio; ma non è santo l’idolo, il simulacro. Santa è l’autorità; ma non è santo un fantasma d’autorità. E santa è la Chiesa, non una menzogna di chiesa. Vera è la tesi di Gregorio VII, era falsa l’applicazione. Uno è il Potere: la legge dello Spirito, la Religione, siede a governo; gl’interpreti, le potestà temporali, la riducono in atto. Ma la legge dello spirito promove, abbraccia, dirige tutte quante le manifestazioni dell’umano progresso: dove cessa questa potenza d’iniziativa e di guida, ivi non è religione, ma maschera di religione; e a Gregorio VII che sostituiva il segno d’un tempo all’idea, e costituiva, non il migliore interprete Papa, ma il Papa, qualunque si fosse, a interprete della Legge, l’Umanità risponde oggi: Dio è Dio e il Popolo è suo profeta: Dio fiammeggia al vertice della piramide sociale, il popolo studia, raccoglie, interpreta i suoi voleri alla base! Dovunque, fondato sovr’altre basi, il potere tradisce inconscio o viola deliberatamente la divina legge d’amore, di libertà, d’eguaglianza, d’associazione fraterna, d’educazione comune, ivi è il male. Bisogna combatterlo. E chi nol fa, per egoismo o per inerzia, è colpevole. Chi serve al male, abbandona la causa di Dio, unico Signore. E chi non è con lui, è contro lui.

La religione è conservatrice, predicatrice e maestra di questi principii, o non è religione. Vincolo senza efficacia, lettera morta e non iniziatrice di vita, giace, siccome cadavere, abbandonata dalla coscienza del popolo, e ridotta a fortificarsi d’armi straniere, non della potenza del martirio e della parola.


IV.


E il martirio e la parola di Cristo non avversano a