Pagina:Poemi (Byron).djvu/158

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154 il giaurro

Ardenti, inesorabili, sospinge,
Duo nemici a incontrarse, in atto truce
Van’ congiunti sotterra.*     *     *     *     *     
*     *     *     *     *     

È rotto il brando all’elsa ancor stillante
680Del sangue che versò, stretta pur anco
Dalla destra che mozza, al ferro infido,
Palpita intorno. Il suo turbante è a tergo
Fesso dove più salde avea le pieghe;
E la sfarzosa veste, lacerata
685Dai coltelli, vermiglia è come nembo
Che di fosco rossor strisciato all’alba,
Qual avrà il giorno tempestosa sera
Predice all’uom. Ove un sol brano pende
Del Palampor,18 ivi sanguigna vedi
690Ogni fronda, ogni spino; aperto il petto
È da mille ferite, su la terra
L’omero posa, vôlta è al ciel la faccia....
Tal cadde Hassan, tal giace; semi-chiuso
L’occhio abbassato è sul, nemico ancora?
695Quasi del suo destin l’ultimo istante
Spento non sia, quasi insatollo in seno
L’odio gli viva ancor. Con ciglio negro,
Come lo insanguinato suo, sta fiso