Pagina:Poemi (Byron).djvu/162

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158 il giaurro

Fra l’armi, e non vendetta ebbe di sangue;
Ma gli fan dolce, a le lor sale, invito
765Le giovinette del felice Eliso;
E per lui sempre splenderan le sfere,
Per gli occhi delle Urì fosco-lucenti.
Ecco, movongli incontro; ecco agitando
Le verdi bende22 accolgono già il forte
770In lieto amplesso! Spirò sì, ma degno
Dell’Eliso immortal, contro al Giaurro,
Chi pugnando spirò.... *     *     *     *     
*     *     *     *     *     
*     *     *     *     *     

E tu tristo infedel, sotto la falce
Vendicatrice di Monkir,23 le membra
775Contorcerai; tu, dal crudel governo
Se scampar ti fia dato, al tenebroso
Seggio d’Eblìs24 errante andrai d’intorno;
In non mai spento, inestinguibil foco
Vivrà il tuo cor, nè labbro dir, nè orecchio
780Udir potrìa di quel segreto inferno
Tutte le angoscie; ma, dentro a la fossa
Anzi che sciolto sia il tuo fral, in terra
Vampìro25 tornerai; sul natìo suolo
Orribilmente vagolando, il sangue
785Suggerai di tua razza; in somma notte