Pagina:Poemi (Esiodo).djvu/106

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menti, tali disequilibri che ci consentano attribuzioni o esclusioni assolute. Tutti corrono, su per giú, con la medesima scioltezza, tutti se parliamo in senso puramente acustico, presentano la medesima armonia.

Ma si capisce bene che armonia e tecnica intese in significato cosí ristretto non significano molto. Esse sono la materia plastica mediante la quale si estrinsecano le immagini del poeta. Che può essere preziosa quanto si vuole; ma finché non vi spira l’alito della ispirazione, rimane fredda e inerte, senza l’ebbrezza e il fascino della vita.

Cosí riesce spiegata la differenza grande che intercede fra le parti sentite e le meno o affatto, de Le Opere e i giorni: cosí, e tanto piú, riesce spiegata la distanza di tòno artistico che separa nel complesso il poemetto principale dai frammenti dei secondarii. Che cosa sono, in genere, questi frammenti? Brani che i grammatici riferivano a illustrazione di leggende, di fatti metrici o grammaticali: mai o quasi mai a scopo artistico. Quindi non erano certo il fiore delle opere spogliate. E il solo confronto legittimo è fra essi e i luoghi piú stanchi delle Opere e della Teogonia. Istituitelo, e vedrete che i frammenti non ci scàpitano troppo.

Bisognerebbe conoscerne qualcuno nella sua integrità, di questi poemetti. A buon conto, nelle Eoe (a cui, del resto, i migliori critici dell’antichità non contesero la paternità esiodea) il frammentino che descrive la sterilità piombata sulla terra, non sfigurerebbe ne Le Opere e i giorni.

Ciò posto, mi sembra che non emerga la necessità assoluta di contendere ad Esiodo la paternità di tutti i poemetti minori.

Poeta ufficiale della Beozia, nei suoi versi, che i suoi compaesani ascoltavano piú volentieri di quelli d’ogni altro poeta, egli trattava tutta la materia che poteva a quelli inte-