Pagina:Poesie varie (Pascoli).djvu/197

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i due vicini 175

alla corona, le sue forbici aspre,
210radendo via le avide femminelle,
e per dar aria. I rami poi, svettati,
legava a un cerchio, che inseria, di salcio.
Così dopo le dolci acque d’aprile
Brigo stupiva tremolar nell’orto
215anfore e vasi tutti foglie e fiori;
e questo aveva l’orlo verde e il piede
di bianchi fiori, e tutto bianco un altro,
di fior di pero, un altro tutto rosa,
di fior di pesco; che ferveano al sole
               220con un sussurro d’api.


x


E Trigo vide l’arte sua passare
in man dell’altro; a lui sbocciare i fiori,
spuntar le foglie; nè però gli ebbe odio.
Che Brigo il vaso, tuttavia bistugio,
225tingea di lieve patina, che, soda,
poi lineava col sottil pennello;
e l’ortolano l’orto suo vedeva
pallidamente verzicar sul vaso.
Vedeva i rami de’ suoi peschi, i mazzi
230de’ suoi ciliegi, i bianchi, i gialli, i rossi
suoi fiori, a spighe, a grappoli, a corimbi.
Vedeva i nastri delle sue gramigne,
le felci sue, le sue lingue di cervo,
che gli lambiano l’acqua della vasca.
235Ma tutto stinto e languido; e il vasaio
pur lo velava d’una vitrea scorza.