Pagina:Poesie varie (Pascoli).djvu/233

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alcune note 211

prima ediz. di Myricae. In seguito lo tralasciò per quel saporetto pagano contrario al suo sentimento.

pag. 100. A Orazio Bacci: con questi versi scritti tutti di seguito sopra una cartolina, l’autore ringraziava l’amico per un dono natalizio inviato alle sorelle, le quali, prima di spedire la cartolina, si copiarono la poesia conservandola poi religiosamente.

pag. 104. A un amico di mio padre: è Gaspare Finali.

pag. 105. A Maria che l’accompagnò alla stazione: con queste strofe l’autore esprimeva per lettera da Siena la sua commozione a Maria ch’era rimasta sola a piè del treno dopo averlo visto partire e avergli posto al collo la croce che aveva sul petto il suo padre quando morì. Devo avvertire che non si trattava della madre, ma della sorella che in quel momento e in quell’atteggiamento gli ricordava la madre? sì che gli pareva di essere un buon figliuolo che andasse lontano per aiutarla col suo lavoro?

pag. 112. La vedetta delle Alpi: quest’inno non rammento perchè fatto e da chi richiesto. L’autore aveva sott’occhio l’inno germanico Wacht am Rhein di cui si era fatto un abbozzo di traduzione. Riporto la prima strofa: Suona un grido come tuono, — come clangor di spada e fracasso d’onde. — “Al Reno, al Reno, al Reno tedesco„. — Chi vuole essere il guardiano del fiume? — Cara patria, sta tranquilla: — intrepida sta e fedele la vedetta del Reno — etc.