Pagina:Primi poemetti.djvu/124

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104 l’accestire



ii


”L’orbaco...„ ripetè Dore, voltando
all’uscio aperto il suo nasetto rosso:
19”devo aiutarlo: l’ho promesso, a Nando„

“A che fare? io lo so, mamma, e lo posso
dir io„ fece Rosina: ”hanno gli archetti
22per pigliar qualche cincia e pettirosso!

Povere cincie! poveri uccelletti!
non hanno ove posare le zampine
25nude! coperti campi, alberi, tetti!

Non hanno che beccar, queste mattine:
nè un pippolo nè un becio: ecco, e costoro
28tendono... Oh! babbo è troppo buono, infine!„

Parlava, ed attendeva al suo lavoro,
stacciando su la conca alta la lieve
31cenere. E Dore le porgea l’alloro

di su l’uscio, tra un gran bianco di neve.


iii


”L’orbaco...„ ”Dà„ Lei prese il ramoscello,
e lui sparì. Ma non pensava a loro
35più Rosa bionda. Era il suo giorno, quello.