Pagina:Primi poemetti.djvu/181

Da Wikisource.

L’EREMITA


i


Pregava all’alba il pallido eremita:
“Dio, non negare il sale alla mia mensa,
3non negare il dolore alla mia vita.

Ma del dolore che quaggiù dispensa
la tua celeste provvidenza buona,
6a me risparmia il reo dolor che pensa.

O, s’è destino, per di più mi dona,
con quel che pensa, anche il dolor che grida:
9l’afa che opprime, il nuvolo che tuona;

pensier che strugga e folgore che uccida!„


ii


E ripregava a mezzodì: “Rimane,
Dio, che tu lasci che il nemico muto
13pur mandi a me le nudità sue vane.