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suor virginia 79



L’urlo d’un cane alla catena, e il canto
più lontano d’un rauco vagabondo,
43nell’alta notte, era la gioia e il pianto

che al monastero pervenìa, dal mondo.


iii


Dormivano. Sì: anche la sorella
piccina. Era composta, era coperta.
47Suor Virginia tornò nella sua cella.

Tornò lasciando la finestra aperta
a quel lontano canto, a quel lontano
50bau bau di cane ch’era sempre all’erta;

aperta a quello scalpicciar pian piano
d’uomini o foglie, a quel trillar d’un grillo,
53che poi taceva sotto un piede umano...

Dormivano. Il lor cuore era tranquillo.
La suora si svestì, così leggiera,
56ch’udì per terra il picchio d’uno spillo.

S’addormentava. ― Tum tum tum... Che era?
E suor Virginia si levò seduta
59sul letto, mormorando una preghiera.

Ella ascoltò: la piccola battuta
venìa di là. Si mise anche una volta
62lo scapolare. Entrò. Riguardò muta.