Pagina:Questioni Pompeiane.djvu/70

Da Wikisource.

― 42 ―

Talvolta ai programmi leggonsi aggiunte delle apostrofi, come p. e. Luci Fave, Uboni Vigula, Novice, Caulo Fac; io le stimo indirizzate a coloro, che brogliavano pei candidati, chiedendone ora il favore, or la vigilanza. Inoltre parmi il Panem bonum fert, ed il Fer tunnum (così, credo per Fert Thynnum), essere ragioni che si pongono sotto occhio agli elettori, perchè a riguardo di questi servigi prestati sin a quel tempo al pubblico vogliano conferire a tale aspirante la Edilità.

Insuperabili difficoltà per lo contrario incontrerei a stimar tutti questi programmi provenire da capi di partito, da elettori, che procaccino anche per questa via il maggior favore che possono a’ loro candidati: che alla idea di un tal uso non rispondono affatto le condizioni delle leggende notate qui avanti. Non i nomi di donne, non i grecanici, non i servili, nè finalmente i Culinarii, i Gladiatores, per esempio, i quali nel caso opposto avrebbero dovuto essere esclusi legalmente. A che poi avrebbe dovuto giovare tanto affanno di scritture per cittadini, che erano ivi in istrada a contendere a viva voce, a proporre, a persuadere a subornare? In fine la singolar formola EX SENTENTIA SVEDI CLEMENTIS ne insegna, come T. Suedio Clemente Tribuno incaricato straordinario di Vespasiano alla verifica dei beni che appartenevano alla colonia, e di quelli che spettavano ai privati (I.N. n. 2314), essendosi limitato a far conoscere il suo parere per programma, non aveva alcun dritto alla elezione, e però che non era decurione in Pompei.