Pagina:Questioni Pompeiane.djvu/73

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il primo: Spectavere furcis duodenos ab terra spectacula alta sustinentibus pedes (1, 35): dice il secondo: Ἑστῶτες ἐθεώρουν ἐπ’ἰκρίων, δοράτων ξυλίναις σκηναῖς ἐπικειμένων (III, p. 200, Sylb.). Della quale verità storica ne vien garante la pittura citata di sopra; nella quale il popolo è appunto collocato su i palchi sostenuti da cavalletti presso a poco dodici piedi elevati dal suolo. Che se la Etruria, donde veniva a Roma Tarquinio, avesse avuto Anfiteatri, egli è fuor di dubbio, che il vantato autore della massima cloaca, e del massimo circo avrebbe fatto edificare anche questa mole nella nuova sua dimora. Intanto i Romani seguitarono a costruir Anfiteatri di legno fino a’ tempi di Augusto.

D’altra parte niun Anfiteatro è in Etruria che possa dirsi di costruzione etrusca: e quei luoghi ove se ne riconosce qualcuno lo debbono sicuramente aver ricevuto sotto il dominio dei Romani. Così Aretium, Luna, Luca, Florentia, e Volaterrae che hanno Anfiteatro, furono colonie romane, e lo fu Sutrium altresì, dell’Anfiteatro del quale il Comm. Canina di recente ha dato il competente giudizio (Etr. Maritt. p. 73), giustamente attribuendolo cogli altri ai Romani. Laonde non vale il dire col Sig. Ab. Rucca (Rend. della Soc. R. Borb. Accad. Ercol. p. 50), che queste città eran distrutte ai tempi romani, male interpretando i luoghi dei Classici, i quali debbono aver accennato all’antica condizione etrusca di queste città: perocchè ai tempi in che essi scrivevano erano in piedi, ed in condizione di colonie romane.