Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/37

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un podestà ducale. E fu questi quel medesimo Giambattista Fontana che colà si trovava come podestà di Massimiliano. O venissero poi a composizione le parti contendenti desistendo gli zii, che più anni vissero ancora, dalle pretensioni loro, o avessero contraria la sentenza del tribunale che avrà per avventura avuto sott’occhio l’atto di legittimazione di Galeotto, e quello dell’accennata transazione, sicura cosa è che nel luglio del successivo anno 1604 venne quest’ultimo dal duca investito del feudo di Montecuccolo.

Alcune traversie che ci accadrà di narrare altrove, turbarono invero la soddisfazione del conte Galeotto per la felice soluzione di quella vertenza; ma a queste largo conforto apprestavagli nel successivo anno il duca Cesare, tal donna proferendogli in isposa che per fortezza d’animo e per virtù preclare ben era meritevole di entrare a far parte di una famiglia così cospicua, qual’è tuttavia quella alla quale egli appartenne.

Fu questa Anna figlia del capitano, già defunto, Antonio Bigi (o Bisi come anche si trova nominato) nobile ferrarese, e di Lucrezia, alla quale fu padre il celebre ministro e storico G. B. Pigna. La giovane, come damigella che era della duchessa Virginia, teneva stanza nel palazzo ducale di Modena, e fu nella camera d’udienza di questa che venne la scritta matrimoniale stipulata. Alla sposa fu dalla madre costituita in dote la metà delle sostanze sue nel ferrarese, e di questa andrebbe ella in possesso all’epoca della sua morte, dovendo un’egual porzione pervenire a Giulia altra sua figlia. Percepirebbe intanto Galeotto il canone di affitto di una possessione di Lucrezia. Colla metà dei beni mobili della famiglia formerebbesi la sopraddote, e s’intenderà compreso il donativo di nozze ed il corredo. Procuratore di Lucrezia fu G. B. Bonleo ferrarese, e stettero testimoni al rogito il conte Paolo Emilio Boschetti di Modena e don Alfonso Mela nobile ferrarese. La divisione de’ beni ebbe poi luogo alla morte della madre accaduta nel 1618, essendo allora la Giulia moglie di Teodoro Sacrati, una figlia de’ quali ad istanza di Anna fu al fonte battesimale tenuta dal cardinal d’Este.