Pagina:Rime (Vittorelli).djvu/31

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Per l’innesto del vajuolo fatto alla Contessa Laura Negri Roberti ammirabile Cantatrice.


Nel braccio di Lauretta infuso appena
     Il preparato fomite mordace,
     Rapidissimo corse in ogni vena,
     E al bel sangue turbò l’usata pace.

Essa da l’ignea febbre, e da la pena
     Del tenero Consorte afflitta giace,
     E già sul labbro a la gentil Sirena
     La canora armonìa sospesa tace.

Gran Numi che sarà!... Ma quale io sento
     Nel Cembalo, che dorme, onda improvvisa
     Scorrer di placidissimo concento?

Questo è il dolce parlar (chi nol ravvisa?)
     Del biondo Febo, o del propizio Evento:
     Parlano e l’uno e l’altro in simil guisa.