Pagina:Rime (Vittorelli).djvu/57

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Talora amò di pungere
     Lidia, che al terso specolo
     Siede le carni ad ungere
     Vizze per troppo secolo.

Punse gli Adon, ch’ esultano
     Fra i lini e i merli Batavi,
     E a le frugali insultano
     Pentite ombre de gli Atavi.

Punse l’innumerevole
     Schiera, che in Pindo gracida,
     E d’armonia stucchevole
     La sacra rupe infracida.

Ahi come tutto è labile!
     Freddo silenzio e ruggine
     Del Vate deplorabile
     Or copre la testuggine.

Dunque negate al misero
     Saran le forze pristine?
     Dunque gl’iddii permisero,
     Che il suo morir contristine?