Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/513

Da Wikisource.
486 giovanni mulazzani


Lo stesso, (Vol. IV, pag. 171 e seg.) sotto l’anno 1140, riporta un estratto del diploma pubblicato dal Locati, dal Muratori e da altri, del re Corrado ai Piacentini, in cui confermò ad essi la facoltà di batter moneta loro: ab antecessoribus nostris Henrico IV et Henrico V imperatoribus collatam, concessam et confirmatam. Sembra però che, se non dopo l’anno 1140 predetto, quella città non abbia veramente usato del privilegio che teneva; le monete più antiche, che si conoscono, hanno il nome del re Corrado II, Conradi regis secundi. Anzi per ragione dei caratteri deformati, che vi sono sopra, sono da stimarsi coniate dopo qualche tempo dalla pace di Costanza nel secolo XIII. Il cronista di Piacenza, Antonio Musso, dando contezza di questo diploma, che impropriamente chiama privilegium faciendi monetam dice: eodem anno moneta fuit incepta fieri (Vol. 16, 20. Rerum Italicar.); ma è scrittore favoloso ed oscuro.



VIII.

VERONA.

Abbiamo veduto li magnanimi nostri primi Visconti affaticarsi coll’armi e col consiglio, per il corso del secolo XIV, a creare uno stato potente in Italia, che valso avrebbe a farla risorgere all’onore di Nazione. Le cinque Zecche di Como, Cremona, Bologna, Genova e Pavia, poc’anzi noverate, abbastanza lo mettono in chiara luce. Proseguendo nell’aperto