Pagina:Satire di Tito Petronio Arbitro.djvu/117

Da Wikisource.

sapienza di trimalcione 61

Trimalcione; pensi tu che trattisi di non avervi messo il pepe, e il cimino? spogliati.

Senz’altro indugio il cuoco viene spogliato; il qual tutto mesto stavasene in mezzo a due carnefici. Tutti allora ci posimo a pregarlo, e dire: questo è un accidente; lascialo ti preghiamo: e se altra volta ei mancasse, nessun di noi pregherà più per lui.

Io crudelmente severo non potei trattenermi, che piegandomi all’orecchio di Agamennone non gli dicessi: questo servo deve per certo essere un gran birbante. Avvi alcun che si scordi di sventrare un maiale? non gli perdonerei perdio, se si trattasse di un pesce. Non fece però così Trimalcione, il qual fatta allegra la fronte, disse: or bene, poichè tu sei di sì cattiva memoria, sventracelo qui pubblicamente. Il cuoco, ripreso il grembiale, strinse il coltello, e con man timorosa tagliò qua e là il ventre del porco, ed ecco, dalle ferite allargantisi per l’urto del peso, scappar fuori salsiccie e sanguinacci.

A questo spettacolo tutta la macchinal famiglia de’ servi fe’ plauso, e con istrepito felicitò Gaio; e il cuoco non solo fu ammesso a bere tra noi, ma ricevette eziandio una corona d’argento, ed un bicchiero sopra un bacin di Corinto, il quale da vicino osservando Agamennone, Trimalcion disse: io sono il solo che abbia il vero metallo di Corinto.

Io aspettavami, che per colmo d’insolenza, costui dicesse, che a lui da Corinto si portassero i vasi. Ma egli rispose meglio, dicendo: tu cercherai forse come io solo possegga i veri vasi di Corinto: sappi adunque che l’artefice da cui li compero, si chiama Corinto; chi dunque può dire di aver Corinto, se non chi è padron di Corinto? E perchè non crediate ch’io sia uno stravagante, io conosco assai bene l’origine del metal di Corinto.

Quando Troia fu presa, Annibale57 uomo scaltrito e