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LA NOVELLA


DELLA MATRONA EFESINA


DI PETRONIO


Volgarizzata da


ANTONIO CESARI.


Fu già in Efeso una matrona in tanta fama di pudicizia, che eziandio dalle terre vicine tirava le femmine a vederla per meraviglia. Ora essendole morto il marito, non contenta di seguitar, com’era in costume generalmente, il funerale di lui co’ capelli scarmigliati, e di darsi coram populo nel nudo petto, accompagnò il corpo altresì dentro del monumento, ed essendo posto (come fanno i Greci) sotterra, si mise a guardarlo dì e notte piangendo continuo. Macerandosi adunque così, e deliberata di voler morire di fame, non fu mai potuta da ciò rivolgere nè da’ genitori, nè da’ parenti; ed essendovisi messo da ultimo eziandio il maestrato, n’andarono con la repulsa. Onde compianta da tutti per donna di esempio miracoloso, era già venuta al quinto dì senza romper digiuno. Stava allato seduta all’addolorata donna una fante sua fedelissima, la quale prestavale eziandio le sue lagrime, ed ogni volta che la lucerna posta nel monumento fosse venuta meno, rifornivala d’olio. Adunque in tutta la città non si parlava