Pagina:Satire di Tito Petronio Arbitro.djvu/285

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lettere 229


Nec hanc quidem corporia partem, etc. Se Petronio accenna alla cosa di Rustico, come vuol ella serbar il pudore? Io tenterei così: nè di questo servigio del corpo eziandio gli fu men la donna cortese; ovvero, nè di questo la donna gli si risparmiò; ovvero nè eziandio da questo lato gli fu la donna meno di sè stessa cortese; ovvero nè eziandio da questo lato si tenne la donna di fargli copia di sè. Del resto quel che io aveva scritto, gli si rendette più malagevole, ovvero ritrosa, non era una mala cosa. Certo a me par che meglio si penerebbe a trovare. Quanto al pudicissima, perchè non usarlo, e con questa collocazione? essere sopra il corpo del giacente marito la pudicissima moglie spirata. Locum serveremo, invece di manum. Solamente, dovendo egli morire, le prestasse il luogo. Forse Petronio adopera locum per comodità, ec. nel qual caso quello che io dissi, gli desse al morire la mano, sarebbe ben detto; ovvero lo accomodasse al morire. Dica pure salito sulle forche.

Ecco ogni mio parere. Resta che ella me ne ridica il suo; e se vuole, non badi tanto a farlo, e lo faccia in lettera meno araba, che certo dovei sudare a ricoglierne il senso. Vale, et me ama.

Il suo Cesari


Al Chiar. Sig. Abate
Sig. D. Carlo Bologna
nel Seminario

a Vicenza



Cariss. Sign. D. Carlo.

Parmi che siamo quasi in ogni cosa accordati. Quanto al tapinella, e al donnicina, va bene... ma che raro