Pagina:Satire di Tito Petronio Arbitro.djvu/292

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236 note

più innanzi, che le mense presso i grandi erano di legni finissimi, e principalmente di cedro, d’ebano, e simili, per lo più di lastre d’argento contornati o coperti.


Pag. 31, lin. 3.

Era nel culto di molte divinità de’ gentili l’onorarle con vigilie, o veglie, le quali duravano tutta una notte, e consistevane per lo più in sì enormi prostituzioni, che bisognò finalmente proibirle. Credo che tutta questa scena di Quartilla altro non sia che un divolgamento de’ misteri delle Baccanti.


Pag. 32, lin. 17.

Così detto dai tre letti che stavano intorno alla tavola.


Pag. 36, lin. 9.

Ecco le prime pennellate (dice il sig. Nodot) che l’autore dà al ritratto del suo eroe. Egli lo rappresenta vecchio, e il fa giocare con ragazzi osceni, quali erano codesti fanciulli dai capegli lunghi, giusta il sentimento di S. Ambrogio, il qual riportando il proverbio de’ tempi suoi, dice: nullus comatus, qui non idem cinaedus.
Trimalcione gioca coi calzari, soleatus, per mostrare che fa ogni cosa a controsenso, perchè questa calzatura si usava soltanto al sortir del bagno per passare a tavola, e non si entrava nel bagno che dopo aver giocato: perciò il gioco della palla trovavasi parimenti ne’ luoghi de’ bagni.


Pag. 36, lin. 27.

Praticavasi veramente di passare dalla Cella caldaria alla tepidaria, poi alla frigidaria, ma qui si balza dalla prima all’ultima senz’altro pensiero, e ciò sicuramente

Ut solidet calidam frigida lympha cutem,

come dice Sidonio Apollinare.


Pag. 37, lin. 22.

Seneca nel III libro De ira dice che alle porte de’