Pagina:Satire di Tito Petronio Arbitro.djvu/56

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Psiche, damigella di Quartilla, e ministra de’ suoi capricci. Criside e Psiche sono il ritratto di tutte le cameriere delle donne galanti. Questo nome di Psiche, come quelli di Circe, Doride, e simili, fa conoscere che fu sempre costume nel mondo gentile e voluttuoso di torre ad imprestito i nomi più graziosi delle favole e de’ romanzi, ed appropriarseli.

Quartilla, sacerdotessa di Priapo, e molto divota di lui.

Safinio, uomo, di cui raccontasi a tavola.

Scauro, romano, la cui villeggiatura era nella Campania.

Scilace, cane di Trimalcione.

Scintilla, moglie di Abinna, donnicciuola loquace ed insipida, quale sarà stata alcuna di coloro che erano ammesse ai crocchj neroniani; ma non si potrebbe plausibilmente affermare, anzi pur sospettare, chi abbia l’autore voluto in essa percuotere.

Scissa, uomo ricco della Campania.

Scilano, uno de’ commensali, come Filerone. Nella Satira 10. Giovenale rammenta un personaggio di simil nome, e di egual merito.

Serapa, zingaro greco.

Stico, servo di Trimalcione.

Terenzio, oste.

Tito. V. Diogene.

Trifena, donna dal buon tempo, mantenuta da Lica, e che innamorasi di Encolpo e di Gitone. Si direbbe che Petronio abbia voluto mordere in lei l’incostanza e la sfrontatezza di gran parte di quelle femmine, che noi chiamiamo mantenute.

Trimalcione, eroe principale della Satira, uomo estremamente appassionato d’ogni sorta di voluttà, fornito di vivacità e di cognizioni confusamente ammassate, e ritratto principal di Nerone, al quale, come abbiam veduto più sopra, fu già coniata una medaglia con questo nome.

Trincia, scalco di Trimalcione.