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disputare, non mai potranno mancar quelli che ardiscono resistere alla verità, e confidare nella loquacità dell’umana sapienza, mentre quanto la cristiana fede e sapienza debba evitare questa nocevolissima vanità, lo conosce dalla stessa instituzione del Signor Nostro Gesù Cristo.»

E poichè dove dalla civile società sia stata rimossa la religione, e ripudiata la dottrina e l’autorità della divina rivelazione, anche lo stesso germano concetto della giustizia e dell’umano diritto si cuopre di tenebre e si perde, ed in luogo della giustizia vera e del diritto legittimo si sostituisce la forza materiale, quindi si fa chiaro il perchè alcuni, spregiando affatto e nulla valutando i principii certissimi della sana ragione, ardiscano proclamare «la volontà del popolo, manifestata per l’opinione, pubblica come essi dicono, o per altra guisa, costituire una sovrana legge, sciolta da qualunque divino ed umano diritto, e nell’ordine politico i fatti consummati, per ciò stesso che sono consummati, avere vigor di diritto.» Ma e chi non vede e non sente pienamente, che una società d’uomini sciolta dai vincoli della religione e della vera giustizia, niun altro proposito può certamente avere, fuorchè lo scopo di acquistare e di accumulare ricchezze, e niun’altra legge nelle sue operazioni seguire, fuorchè una indomita cupidigia di servire alle proprie voluttà e comodità? Per questo codesti uomini, con odio veramente acerbo, perseguitano le Religiose Famiglie, comechè benemerite al sommo della cosa cristiana, civile e letteraria, e van dicendo che elleno non hanno alcuna ragione di esistere, e con ciò fanno plauso ai trovati degli eretici. Perocchè, come sapientissimamente insegnava Pio VI, nostro Predecessore di venerata memoria, «l’abolizione dei regolari lede lo stato di pubblica professione dei consigli evan-