Pagina:Sotto il velame.djvu/112

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90 sotto il velame

quale già l'aveva preso al solo pensiero dell'alto passo, il Maestro, l'ombra del magnanimo, gli dice solennemente:1

               ogni viltà convien che qui sia morta.

Sotto il senso più generale d’un’esortazione vigorosa nel primo momento dell'impresa e nel primo ingresso dell' oltremondo, vive un senso più particolare. Di vero, Virgilio non continua spiegando il qui ripetuto “Qui si convien lasciare ogni sospetto, ogni viltà convien che qui sia morta„, con la menzione di tutto l'inferno, sì con queste parole:2

               Noi siam venuti al loco ov'io t'ho detto,
               che tu vedrai le genti dolorose,
               c'hanno perduto il ben dell'intelletto.

Ciò che Virgilio aveva detto, ecco, è questo:3

                                     per loco eterno
               
               ove udirai le disperate strida,
               vedrai gli antichi spiriti dolenti,
               che la seconda morte ciascun grida;

e questi dolenti che stridono disperatamente e invocano la seconda morte, la quale non possono avere, e che Dante designa a sua volta,4

                         color cui tu fai cotanto mesti,

sono gli sciaurati, uomini ed angeli, neutrali del vestibolo. E sono quindi una cosa, con costoro cotanto mesti e dolenti, anche “le genti dolorose„. E si dice di loro “c'hanno perduto il ben dell'intelletto„; non si dice generalmente di tutti i dannati. Perchè, a

  1. Inf. III 15.
  2. ib. 16 segg.
  3. ib. I 114 segg.
  4. ib. I 135.