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98 sotto il velame

deve abbracciare per non essere presi e inghiottiti dal gorgo di questo mondo. Udite, e basti per tanti altri, questo passo: “Tu eri buttato là lontano da quella patria. Dai flutti di questo secolo è interrotta la via, e non c’è per dove passare in patria, se non vi sei portato dal legno (nisi ligno porteris). Esso (Gesù) divenne via, e ciò per il mare; quindi camminò nel mare, per mostrare che vi era via nel mare. Ma tu, che non puoi come esso, camminar sul mare, làsciati portar per nave, portar dal legno: credi nel crocifisso e potrai arrivare„.1

Che il più lieve legno sia la croce? Caron poteva dire: più lieve burchio, più lieve nave, vasel più lieve: ma dice più generalmente, legno. E dice più lieve, come a dire, che galleggi anche qua, sull’onda morta; come l’arca sul diluvio. È la croce, il legno della croce: non si può dubitare.

Ma il poeta, sempre coerente, non spiega il mistero, che, con la spiegazione, non sarebbe mistero; non ci narra quello che egli essendo come morto, non potè vedere e quindi non può narrare. Non ci dice come materialmente con la croce o sulla croce passasse, al modo che non ci dirà come nel limbo ci sia il lume e non ci sia, ci siano tenebre e non ci siano. Certo quel passo dell’Acheronte è la morte mistica e la figurazione del battesimo, ed è con le circostanze del camminare di Gesù sopra le acque e con quelle del Phase degli ebrei, col vento forte e con la notte e col lampeggiare e con le acque. E c’è la terra che trema, come tremò alla morte del

  1. id. In Iohann. E. cap. I tr. II 4. Vedi En. in Psalm. LXXII 5. E altrove.