Pagina:Sotto il velame.djvu/287

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le rovine e il gran veglio 265


               Lo duca disse: Or convien che si torca
               la nostra via un poco infino a quella
               bestia malvagia che colà si corca.
               
               Però scendemmo alla destra mammella,
               e dieci passi femmo in su lo stremo...

Ho io bisogno d’aggiunger verbo? Il rivolgersi a destra per andare alle arche e per venire a Gerione non è per ciò che hanno di comune la froda e l’eresia? E questo non è la depravazione dell’intelletto? La quale non è nell’incontinenza assoluta e nell’incontinenza complicata col mal volere.

Invero se nell’inferno Dante volge quasi sempre a sinistra e nel purgatorio a destra, egli obbedisce al concetto comune che alla destra di Dio sono quelli che a lui si convertono e alla sinistra quelli che da lui si ritorsero; a destra gli agnelli, a sinistra i capretti.1 Il qual concetto ritrovava poi nell’ypsilon di Pitagora, nella qual lettera la parte sinistra è la via del vizio e la destra quella della virtù.2 Dante per il suo cammino nell’inferno va a Lucifero. Il cammino è a sinistra. Lucifero, come si dice comunemente del diavolo, che è alla nostra sinistra al modo che l’angelo è alla destra, e dunque sulla man manca. E qual faccia di lui vedrà prima il viatore? La nera; ossia la ignoranza, la depravazione dell’intelletto, l’intelletto volto al male. Due volte però torce a destra.

    molto esperto di siffatta materia, il problema. Certo per me, e non per lui, «pur a sinistra» significa «solo a sinistra», chè, le volte che mossero a destra Virgilio e Dante, deviarono alcun poco per riprendere la solita direzione subito dopo. Quanto al cimitero, esso in certo modo non conta, come vedremo.

  1. Ev. sec. Matth. XXV 33; Zach. 14, 5; Apoc. 20, 11-13; Rom 14, 10; Ez. 34, 17.
  2. Serv. ad. Aen. VI 136; cfr. p. 3 n. 1.