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I.


               A te convien tenere altro viaggio:
               rispose, poi che lagrimar mi vide;
               se vuoi campar d’esto loco selvaggio:

il qual loco è la piaggia diserta, o il mondo coperto e gravido d’ogni malizia.1 Il viaggio lo circoscrive Virgilio stesso: sarà per loco eterno; comincerà dalle disperate strida del vestibolo e finirà coi canti nel fuoco. Egli lascerà nel suo partire Dante con anima più degna, con la quale potrà, se vorrà, salire alle beate genti.2 Invero sulle sponde di Letè lo lascia in conspetto di Beatrice. Letè è il fiume che dal paradiso terrestre cala giù per i balzi del purgatorio e scende, non noto che per il suono del suo cadere, al centro della terra,3

               per la buca di un sasso ch’egli ha roso.

Quattro fiumi Dante attraverserà prima di giungere a quello. E quei quattro fiumi scendono dal luogo dove gli uomini sognarono il Paradiso terrestre

  1. Inf. I 91, 29; II 62; Purg. XVI 60.
  2. Inf. I 114 segg.
  3. Purg. XXXIII 91 segg. Inf. XXXIV 127 segg.
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