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378 sotto il velame

vincolo d’amore e di fede speziale. Questo è il fatto col quale negarono Dio; questa la bestemmia di fatto ben più grave di quella col core soltanto. Ed è, tal bestemmia di fatto, contro Dio, come non vi può essere bestemmia che contro Dio: e propriamente contro i tre primi comandamenti che riguardano la soggezione nostra a lui, principio generale dell’essere, e contro il quarto, che riflette il principio particolare e che comprende il legame a tutti i consanguinei.1 La violazione del primo, che afferma l’esistenza di Dio e della sua primazia, è simboleggiata in Lucifero e in quelli che maciulla; la violazione del secondo, che proibisce lo spergiuro, è figurata nel tradimento di Giuda in quanto a mensa prese il sacramento in peccato, fu sacrilego, ricoverò in sè Satana invece del Cristo; la violazione del terzo, che comanda la santificazione del Sabato, è pur sempre rappresentata da questo supremo e comprensivo tradimento dell’apostata, il quale tradì nella cena pasquale, e mangiò, in disgrazia di Dio, quell’agnello che era il simbolo di colui che fu crocifisso. Oh! se par ostico al mio lettore credere che il peccato di Bocca sia, misticamente, un violare il Sabato di Dio, anzi il più santo (erat enim magnus dies ille Sabbathi) dei Sabati, cioè la Pasqua, una festa, anzi la più sublime delle feste, quella della passione e risurrezione di Gesù; pensi ancora che a Dante poteva essere presente il significato mistico della celebrazione del Sabato; ossia la creazione del cielo e della terra, cioè della nostra patria futura e presente e la fruizione di Dio, che sarà in patria.2 O pensi an-

  1. Vedi «Minerva Oscura», pag. 32 segg.
  2. Summa 2a 2ae 122, 3.