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58 sotto il velame


la quale pure non si direbbe intiera e perfetta per nessuni dei due; chè nel vestibolo è, fioco sì, ma lume, e nel limbo è un fuoco....

E con tutte queste somiglianze, c’è tra gli uni e gli altri la differenza e il contrasto che è tra un parvolo innocente e un vile; e quella e quello che è tra Enea e colui che fece il gran rifiuto, tra il primo degli eroi e l’ultimo degli sciagurati.


II.


Le anime triste de’ nè infami nè lodevoli sono mischiate agli angeli,1

                                     che non furon ribelli,
               nè fur fedeli a Dio, ma per sè foro.

Il fatto di questi angeli neutrali ci dice esattamente la condizione degli sciaurati tutti quanti. È dottrina teologica che gli angeli, appena creati, doverono prorompere in un atto di libero arbitrio; chè in libertà di volere erano creati, e potevano scegliere tra il bene e il male. Ma l’atto in cui prorompevano, era di questa loro libertà la manifestazione sola ed unica; perchè poi dovevano aderire immobilmente e per sempre al bene o al male che avessero scelto. Chi scelse il male fu per sempre malo, e chi scelse il bene fu per sempre buono: diavolo quello, angelo questo. Nell’Apocalissi di Giovanni è parola di an-

  1. Inf. III 37 seg.