Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/52

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4o la massima parie de’ quali andò dispersa per l’ iocuria e l’avidità dei trovatori. Non può esservi dubbio che tutti insieme questi oggetti preziosi non fossero sepolti a cautela in quel nascondiglio sotterra j né pare tampoco dubbioso, che sì fatti mobili ed arredi già servissero all’ uopo di un sacrario o tempio. Per i vestigi indubitati d’un carro votivo, che vennero alle mani de’ primi indagatori, fu creduto che il tutto s’ appartenesse alla costruzione e agli ornamenti di quel carro. Io stesso tenni allora questa opinione =»^j e debbo adesso ritrattarmi, perchè dopo nuovo e più consideralo esame dei monumenti stessi gono d’ avviso, che nessuna delle lamine o statuette sopramraentovate sì per la forma ^ sì per le dimensioni loro, sì pel soggetto, non abbia mai appartenuto alla struttura d’un cocchio qualunque. Ma piuttosto che, fermate con chiodi sopra ossature di legno, desse ricoprissero veri mobili istoriati e ornati ad apparato di feste sacre: come lettisterni, altari portatili, od altri acconci arnesi; di che in oltre fa buona prova il piede intero d’ uno di cotesti mobili, che ho dato di sopra in disegno.

Molto osservabile però è la differenza di lavoro e di stile che apparisce in queste opere d’arte: differenza che opportunamente segue i passi e i progressi della statuaria più antica. perciocché quivi, per buona ventura, abbiamo monumenti di età diverse adunati

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