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TAV. XLIV.

1. Fanciullo sedente, fregialo di bolla, in mossa di sorgere. Statua in bronzo con iscrizione nel braccio sinistro spezzato, giU trovata presso l’ antica Tarquinia. ’ — Museo del Vaticano.

Pronta è la mossa, vivace il volto, e scello bene il nioraento clie accenna salute ristabilita, come notava il Passeri, primo illustratore del monumento, Bencbè lodevole assai per magistero d’arte, manca tuttavia a questa statuetta non so qual morbidezza, massime nella piegatura delle carni, indicatavi soltanto con rozze linee: di tal maniera vi sono segnati un po’ grossamente ancora i capelli.

2. Statua di A. Metello, volgarmente detta l’ Aringalore., nella Galleria di Firenze: già trovata presso il Trasimeno circa Tanno lo^S: alta più di sei piedi.

Questo insigne monumento dell’ arte etrusca meno remola, pubblicato più volte per l’ innanzi, è ormai noto a tutti. Io lo ripeto con accuratezza maggiore di disegno per compiere quei termini di comparazione, che mi sono prefisso di porgere all’osservatore, così in questa, come nelle due tavole precedenti. La persona onorata è Aulo Metello, figlio di Velio, nato di una Vesia: ba tunica e pallio^ nel cui lembo è la iscrizione. E calzato oltre a mezza gamba: la sinistra mano è ornala di anello, la destra eretta a modo di chi perora, o di chi supplica 4^. Bene il Lanzi ^ a

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