Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/88

Da Wikisource.

nondimeno è manifesta cosa eli’ elle furono figunrltf secondo le idee che orraai predominaTano al ten»po, in cui Tennero intagliale; epoca che non può credem anteriore al sesto e seltinjo seóolo. Quindi rappresentanze e miti di foggia ellenica, anziché propria elrusca. Poco più reslava in allora di nazionale oltre a certe credenze ^ radicate mollo a fondo nell’ anima del popolo. Così, senza moltiplicare gli «sempi, veggiamo mediante questa patera atessa conservatosi per tradizione il domma fondamentale del dualismo, bene appropriato alla religione dei sepolcri: perciò sotto mille forme ritratto nei monumenti funerei. Di tale specie sono per certo questi arredi, che chiamo espressamente patere, veri istrumenli dei funebri uflicj e attrezzi dell’ esequie, come li teneva anche il giudizioso Lanzi: essendo mera vanith il nominarli ogg^idì con

Do

lezioso vocabolo specchi mistici. — Pare ugualmente certo che V uso di queste patere si facesse molto comune in Etruria dopo l’introduzione del rinnovatosi cullo di Bacco nel sesto secolo, poiché lutte si trovano neir interno dei sepolcri allato del morto, o per entro le ciste mistiche-, il lavoro stesso^ il disegno, la forma dei caralteri, mostrano assai chiaraa^ente y che tali suppellettili s’appartengono ad un’epoca slessa, e furono fatte non lontanamente l’ una dall’altra. Ottimamente queste patere con lungo manico, noti gii» destinate a versar liquidi, ma bensì atte a porgere qualunque altro libamento, come mole salse, granella^ bacche y aromaù e incenso ^ si confacevano per prò