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124 Storia dei Mille narrata ai giovinetti

muscoli erano d’acciaio. Parlò con Garibaldi un istante, poi si lanciò su per un greppo.

Ah piangerà tua madre!


fu cantato di lui, e appena su, cadde riverso colpito nel petto a morte.1

In quel momento l’artiglieria garibaldina tuonò di giù dalla strada, dove alla fine aveva potuto mettersi a tiro, e un suo proiettile andò a cadere tra i regii. Fu come il segno della ripresa, perchè poco appresso si fece come un subbuglio, e fu gridato: «La bandiera, la bandiera in pericolo!» E la bella bandiera di Valparaiso fu veduta salire, come se andasse da sè, trascinando dietro ai lembi delle sue pieghe quanti vi s’affollavano presso.

Passata dalle mani di Giuseppe Campo a Elia, a Menotti, a Schiaffino, ora Schiaffino la portava all’ultima prova. E giù, staccati dalla loro fronte, uno stormo di napolitani corsero per pigliarsela. Allora le si formò un viluppo intorno, cozzo breve, fiero, feroce, vera mischia; e la bandiera sparì, lasciando uno dei suoi nastri nel pugno di Gian Maria Damiani.2 E Schiaffino, il superbo nocchiero del Lombardo, giacque là morto.

— È questo il momento d’annunziarmi una pubblica sciagura? — gridò Garibaldi a chi gli dava notizia di quella morte. Ma proprio in quel momento, in un altro punto della battaglia scoppiava un urlo di gioia.... Un cannone era preso. Fumigava ancora la sua gola dell’ultimo

  1. Ma non morì. Guarito per dir così miracolosamente fece anche la guerra del 1866, poi trasportato dal suo spirito venturoso migrò in America e si stabilì a Tapalquen in Patagonia, dove esercitò la medicina amato e stimato. Ivi morì dopo molti anni.
  2. Ved. Abba, Noterelle d’uno dei mille. Bologna, Zanichelli.