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90 Storia della Letteratura Italiana.

se la scuola di Gorgia più che la sua frequentata (poichè a qualche tempo vissero insieme) ne fosse alquanto dolente, e che cercasse così di porre in qualche discredito il suo rivale? Certo che di tali debolezze in que’ famosi antichi Filosofi noi veggiamo non rari esempj. Ma ciò non ostante Platone medesimo favellò altrove di Gorgia non senza lode: Venne allora, dic’egli1, quel Gorgia Leontino Sofista mandato con pubblica ambasciata da’ suoi, come il più opportuno a trattar gli affari, che a quel tempo correvano. Fu giudicato dal popolo buon parlatore; e privatamente ancora diè saggio del suo valore nel declamare, e ammaestrando i giovani non poco denaro di questa Città ei raccolse. Intorno al sentimento di Platone per riguardo a Gorgia si può vedere ciò, che diffusamente ed eruditamente ne dice M. Gibert nel suo Giudizio de’ Dotti, che han trattato della Rettorica, che forma l’ottavo tomo del Giudizio de’ Dotti di M. Baillet dell’edizione di Amsterdam. Ma qualunque fosse il sentimento di Platone intorno a Gorgia, egli è certo, che ei fu allora e poscia considerato come uno de’ primi padri e maestri dell’eloquenza. Ed ella è certamente cosa d’immortal lode all’Italia, che i tre valenti Oratori, de’ quali abbiam finora parlato, siano stati quelli, che alla Grecia han recato il buon gusto dell’eloquenza, e su’ cui esempj e precetti si son formati un Isocrate, un Demostene, e tanti altri famosi Oratori, che negli anni seguenti fiorirono in Grecia.

[XXII. Sua morte e sue opere.]XXII. Assai lunga vita ebbe Gorgia. Cicerone gli dà 107 anni2, uno di più gliene aggiugne Filostrato3, e un altro ancora di più Quintiliano4. Di lui ci rimangono solamente l’Encomio di Elena, e l’Apologia di Palamede. Vi ha chi pensa, ch’egli più che Isocrate avesse parte al famoso Panegirico, che a questo si attribuisce. Ma forse altro fondamento non vi ha a dubitarne, che la probabilità, che Isocrate si valesse a comporlo del consiglio e dell’ajuto di Gorgia suo Maestro.

[XXIII. L’eloquenza decade presto in Sicilia, e per qual ragione.]XXIII. L’esempio di questi celebri Oratori pareva, che risvegliar dovesse gli animi de’ Siciliani allo studio dell’eloquenza, e chiamar molti a seguitarne le tracce. Ma le funeste guerre, che allor desolavano la Sicilia, lo sconvolgimento, in cui essa era per

  1. In Hippia Majore.
  2. De Senect.
  3. Vit. Soph. lib. I.
  4. L. III. c. I.