Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/154

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Parte III. Libro I. 115

facilmente determinarsi a venire in cerca della lor sorte presso ai nuovi loro Signori. Vedremo in fatti tra poco, che i primi Poeti, che conosciuti furono in Roma, furon presso che tutti di alcuna di queste Provincie, come Livio Andronico, Nevio, Ennio, Pacuvio, ed altri. Questi furon dunque veracemente coloro, che il primo amor delle lettere accesero in cuore a’ Romani, i quali veggendo, che le nazioni da lor soggiogate aveano in gran pregio le scienze e i loro coltivatori, vergognaronsi di esser da meno di essi, e cominciaron prima a favorire essi pure quegli, che per letteratura erano più rinnomati; e quindi presero ad amare e a coltivar essi pure quegli studj, che onoravano in altrui. La prima guerra Cartaginese, che a questo tempo medesimo, cioè l’anno 489 ebbe cominciamento, ritardò di alcuni anni l’effetto, che la venuta di questi stranieri a Roma cominciava a produrre; ma insieme una nuova occasione diede a’ Romani di concepire stima sempre maggiore delle lettere e de’ letterati. Non aveano essi mai fino allora posto il piede fuori d’Italia. Le loro guerre erano sempre state o con popoli confinanti, o con nazioni straniere bensì e lontane, ma venute a molestarli ne’ loro stati. Ma questa guerra costrinseli a portar l’armi ora in Sicilia, ora in Sardegna, or nell’Africa stessa. Io non penso, che né la Sardegna né l’Africa non giovassero molto a destare in essi l’amor delle scienze. Ma la Sicilia fioriva allora mirabilmente pel coltivamento degli studj, e della Poesia in particolar modo: perciocché viveva forse ancora Teocrito, che fiorì, come dicemmo, verso l’Olimpiade CXXX, che coincide appunto co’ tempi, di cui parliamo. Le cose dunque, che agli sguardi de’ Romani si offrirono in Sicilia, le azioni teatrali, che videro ivi rappresentarsi, e gli onori, che osservarono rendersi a’ Poeti, dovettero nell’animo loro accendere una lodevole emulazione, e determinarli a non essere in questo genere di lodi inferiori a una nazione, a cui per ogni altro capo erano di gran lunga superiori. In fatti terminata appena la guerra, il che accadde l’anno di Roma 512, e soggettata pel trattato di pace parte della Sicilia a’ Romani, vidersi tosto Poeti in Roma, si videro su’ Teatri Commedie e Tragedie, cominciarono a comporsi Poemi, e come le scienze tutte si danno vicendevolmente ajuto e sostegno, gli altri studj ancora, qual più presto, qual meno, vidersi coltivati felicemente.