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Parte III. Libro II. 137


gli fu come a spregevol persona dato a sedere su di un picciolo sgabello appiè del letto, su cui cenava Cecilio. Ma questi uditine appena alcuni versi ne conobbe e ne ammirò il valore; e fattolo seder seco alla cena, ne udì poscia il rimanente con sua gran maraviglia. Così Donato, ossia Svetonio. Ma s’egli è vero, come sopra si è detto, che Cecilio Stazio morisse un anno dopo Ennio, cioè l’anno 585, egli è evidente, che non poté Terenzio l’anno 587 recargli la sua Commedia. Forse ciò, che qui narrasi di Cecilio, vuolsi intendere di qualche altro rinomato Poeta, che allor ci vivesse.

XXIII. Sei furono le Commedie, che Terenzio scrisse, e che sul Romano Teatro furono rappresentate dall’anno suddetto fino al 593 come chiaramente raccogliesi dagli antichi titoli alle Commedie stesse premessi. Furono esse ascoltate con grande applauso, singolarmente quella, che è intitolata, l’Eunuco, che due volte in un giorno solo si volle rappresentata; e per questa Commedia aggiugne Donato, ch’egli ebbe ottomila sesterzj, che corrispondono a un dipresso a ducento scudi Romani, prezzo, dice lo stesso Scrittore, a cui per Commedia alcuna non erasi ancor pagato l’uguale. Soggiugne però Donato, e il prova colla testimonianza di molti antichi Scrittori, essersi tenuta per cosa ferma e costante, che nelle Commedie di Terenzio gran parte avessero i suoi due amici Lelio e Scipione. Terenzio stesso non dissimula questa accusa, che contro di lui si spargeva; e la maniera, con cui si difende, sembra anzi opportuna a confermarla più che a ribatterla1 .

Nam quod isti dicunt malevoli, homines nobiles
Hunc adjutare, assidueque una scribere,
Quod illi maledictum vehemens existimant,
Eam laudem hic ducit maximam, cum illis placet,
Qui vobis universis & populo placent;
Quorum opera in bello, in otio, & negotio
Suo quisque tempore usus est sine superbia.

XXIV. Forse, come osserva Donato, queste invidiose voci, che contro di lui correvan per Roma, furon cagione, ch’egli, poiché ebbe composte le sei mentovate Commedie, se ne partisse per andarsene

  1. Aleph. Prolog.