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Parte III. Libro III. 205

per suo conforto con autorevole decisione assicurato, che ne’ suoi libri amorosi nulla si conteneva di reo, così soggiugne:

Utque hoc, sic utinam defendere cetera posses:
Scis aliud, quod te læserit, esse magis.
Quidquid id est, neque enim debet dolor ille referri,
Non potes a culpa dicere abesse tua. 123
Tu licet erroris sub imagine crimen obumbres,
Non gravior merito vindicis ira fuit149.

XXXV. Tutti questi passi ho io voluto qui riferire, perché tutti son necessarj, e a mostrare quanto poco fondate siano le altrui opinioni, e a confermare, se mi venga fatto, in qualche modo la mia. Veggiamo prima, che ne abbiano pensato altri. Appena merita di essere riferita l’opinione dell’Autore delle vite compendiose degl’Imperadori attribuite ad Aurelio Vittore, il quale dice, che Ovidio fu esiliato pro eo quod tres libellos amatoriæ artis conscripserat; opinione, che è la più ricevuta tra ‘l volgo; ma che da’ passi finor recati si convince evidentemente di falsità; perciocché un altro delitto fu certamente la principal cagione della sventura di Ovidio. Sidonio Apollinare, come abbiam detto, è il più antico Scrittore, che qualche cosa accenni su tale argomento. Eccone i versi:

Et te carmina per libidinosa
Notum Naso tener, Tomosque misse,
Quondam Cæsareæ nimis puellæ
Ficto nomine subditum Corinnæ150.

Questi versi hanno indotto alcuni a pensare, che Ovidio sotto il nome di Corinna, di cui spesso ragiona ne’ suoi libri amorosi, intendesse Giulia figlia d’Augusto, di cui egli invaghito o cercasse di sfogare con essa la sua rea passione, o forse ancor vi giugnesse; e perciò fosse rilegato da Augusto. M. Ribaud de Rochefort in una sua dissertazione su questo argomento stampata in Moulins l’anno 1742, della quale però il solo estratto io ho veduto nel Giornale degli Eruditi di Parigi, riflette, e con ragione, che Giulia figlia d’Augusto era stata da lui esiliata molti anni prima di Ovidio, e quindi non poté per cagion d’essa Ovidio essere rilegato. Propone perciò una, com’egli dice, sua

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con(1) L. IIL de Ponto EI. III. (2) Carm. XXIII.