Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/260

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Parte III. Libro III. 221

Da’ quali versi si raccoglie, che Laberio era nato di famiglia Equestre, e non già, come dice il Quadrio195, fatto Cavaliere da Cesare pel suo valore ne’ Mimi; e raccogliesi ancora, che sessant’anni di età contava egli a quel tempo. Il prologo di Laberio, e alcuni amari motti, che nella stessa Azione egli sparse, punsero altamente Cesare. Quindi, essendo poscia salito in sulla scena Publio Siro, e avendo recitati egli pure i suoi versi con applauso maggiore di quello ch’era stato fatto a Laberio, Cesare afferrò tosto l’occasion di punger egli pure Laberio, perché fosse stato vinto da Publio, e a questo dié la palma per segno della riportata vittoria, a quello il denaro promessogli insieme con un anello d’oro. Morì Laberio, come abbiamo dalla Cronaca Eusebiana, dieci mesi dopo la morte di Cesare. Publio, detto Siro dalla sua patria, era stato condotto schiavo a Roma, e poscia per le sue facezie posto in libertà. Plinio fa menzione196 di un Publio, cui chiama Mimicæ Scenæ conditorem; e sembra a prima vista, che non d’altri debba intendersi che di quello, di cui parliamo. Ma Plinio dice, ch’egli era stato veduto venire a Roma da’ suoi bisavoli: videre proavi; e quindi, come riflette il P. Harduino, un Publio più antico dee qui intendersi, e non il Siro, che anche al padre di Plinio sarebbesi potuto vedere; poiché questi visse ancor qualche tempo sotto l’impero di Augusto. Alcuni frammenti di ambedue questi scrittori e alcuni lor detti ci sono stati conservati da Macrobio197 e da Gellio198, e molte delle lor morali sentenze sono state raccolte insieme, e più volte stampate; di che si può vedere il Fabricio199. Alcuni altri scrittori di Mimiche azioni si trovano mentovati presso gli antichi autori. Ma basti l’aver detto di questi due, che furono i più famosi.

LI. Prima di passar oltre, parmi che una non inutil quistione debbasi a questo luogo trattare, cioè per qual ragione, mentre in ogni altro genere di Poesia arrivarono i Romani a gareggiare co’ Greci, nella Teatral solamente rimanessero sempre tanto ad essi inferiori. Abbiamo nella seconda Epoca toccate alcune ragioni, alle quali si può attribuire l’essere la Poesia Teatrale de’ Ro

(1) T. V. p. 202. ( 4 ) Lib. III. e. XVIII. 1. X. cap. (2) Lib. XXKV. cap. XVII. XVII. 1. XVIL e. XIV. (jj Ub. IL Satum. e. III. & VII. (5) Bibl. lat. 1. I. e. XVI.