Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/264

Da Wikisource.

Parte III. Libro III. 225

non que’ Sovrani, presso i quali si conosce per esperienza, che le letterarie fatiche sono favorevolmente accolte. Quindi a maggior pruova di ciò soggiugne Orazio, che lodevole cosa è il discernere i buoni da’ malvagi Poeti; e recato l’esempio del Grande Alessandro, che non fu in questo troppo felice, aggiugne, che Virgilio e Vario facevan ben essi onore alla stima, in che aveagli Augusto, e a’ doni, di cui gli onorava:

At neque dedecorant tua de se judicia, atque
Munera, quæ multa dantis cum laude tulerunt
Dilecti tibi Virgilius Variusque Poetæ.

A me par dunque, che questa lettera di Orazio, non che distruggere il comun sentimento del favore da Augusto accordato a’ Poeti, il confermi ancor maggiormente, e ci rappresenti questo Imperadore come splendido lor Protettore, ma saggio insieme ed accorto, che non era del favor suo liberale, se non a quelli, che conosceva esserne degni.

LIII. E in vero le Poesie di Orazio e di Virgilio, che per ogni parte risuonano delle lodi di Augusto, e le vite di questi due Poeti scritte dagli antichi autori, che piene sono de’ tratti di bontà e di beneficenza, di cui furono da lui onorati, ne sono un certissimo testimonio. Anzi fu egli stesso diligente coltivator degli studj anche in mezzo alle cure del vastissimo Impero. Molte cose egli scrisse in prosa, che annoverate son da Svetonio202, le quali era solito di recitare nelle adunanze de’ suoi amici. Nella Poesia ancora esercitossi egli talvolta, poiché a’ tempi del mentovato Autore conservavasi un libro intitolato Sicilia, che in versi esametri egli avea composto, e una raccolta di epigrammi da lui fatti, mentre si stava nel bagno. Anzi una Tragedia ancora egli avea cominciata, ma poi parendogli, che non gli riuscisse troppo felicemente, la interruppe203. Piacevasi egli di uno stile




Tom. L JF f eie Della Tragedia intitolata Ajacfced be penfarfi, che Augufto in Greco ferìUliffe da Augufto compofta, e de’ tre- vefle que’ libri. Ma niuno degli Scrittodici libri, eh 1 egli avea fcritti > della ftia ri o contemporanei o vicini ad Augufto propria Vita parla 1* Imperadrice Eudof- ci dice, che quelle opere fo/Tero fcritte fia nella fua Òpera altrove citata ( Ane e- in Greco, e perciò è verifimile, che Eudota Graca.Vtnrt. 17*1. p. 69.) E poi- loffia xrredeflfe forfè, che in quella lingua che effe non parla in quell’Opera che foflero fcritte, e ^he perciò ne facefle ò di Autori Greci di nafcita,ò di Au- menzione* tori, che fcriflero in Greco, così potreb(1) In Aug- e. LXXXV, Digitized by Google