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Parte II. 41

l’onore di aver prima d’ogni altro coltivata nella Magna Grecia questa scienza, e di averla a maggior perfezione condotta. A lui con maggiore certezza si concede dagli antichi scrittori il ritrovamento del celebre Teorema, che nel triangolo rettangolo il quadrato della ipotenusa sia uguale a’ due quadrati degli altri due lati presi insieme; della quale scoperta narrano che fosse lieto per modo, che in sagrifizio offerisse alla Muse, secondo alcuni, un’Ecatombe, secondo altri, un bue, secondo altri per ultimo, una massa di farina impastata a forma di bue, per l’abborrimento, in cui egli avea i sagrificj sanguinosi1. Altre geometriche scoperte a Pittagora o a’ suoi discepoli vengono, ma con minor certezza, attribuite, che si posson vedere presso il Bruckero e il Montucla. Egli, secondo Laerzio2, introdusse il primo nella Grecia l’uso de’ pesi e delle misure. L’Astronomia ancora molto debbe a Pittagora, e può a ragione l’Italia nostra gloriarsi, che molte sentenze, che ora sono da tutti i più valorosi Astronomi ricevute, avessero in essa fin da’ più antichi tempi l’origine3. Due de’ più celebri Neutoniani, cioè il Gregori e il Maclaurin, confessano, che Pittagora ha scoperta egli il primo la legge fondamentale della gravitazione de’ corpi celesti verso il Sole, cioè che questa è in ragione inversa de’ quadrati della lor distanza da esso4. La distribuzione della sfera celeste, dice il lodato Montucla citando gli antichi scrittori, l’obbliquità dell’Ecclittica, la rotondità della Terra, l’esistenza degli Antipodi, la sfericità del Sole e degli altri Astri, la cagione della luce della Luna e delle sue Ecclissi, e di quelle ancora del Sole, furono da Pittagora insegnate. Che più? Perfino la natura delle Comete, e il regolare determinato lor corso non gli fu ignoto, come da un testo di Stobeo chiaramente raccoglie il valoroso M. Dutens, che anche per le altre sopraddette opinioni i più certi passaggi degli antichi Autori reca a provarlo5. Egli ancora

  1. V. Brucker. loc. cit. p. 1061.
  2. L. VIII c. XIV.
  3. Delle opinioni di Pittagora e de’ Pittagorici intorno a tutto ciò, che all’Astronomia appartiene, merita ancora di esser letta la Storia di M. Bailly, in cui dottamente non meno che esattamente ogni cosa si esamina (Hist. del l’Astron. Ancienne p. 206 &c., 446 &c.).
  4. V. Dutens. T. I p. 156 &c.
  5. T. I pag. 202 &c.