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Parte II. 49

omnino animum, & hoc esse nomen totum inane: frustraque animalia & animantes appellari; neque in homine inesse animum vel animam, nec in bestia, vimque omnem eam, qua vel agamus quid, vel sentiamus, in omnibus corporibus vivis æquabiliter esse fusam, nec separabilem a corpore ejus, quippe quæ nulla sit, nec sit quidquam nisi corpus unum & simplex ita figuratum, ut temperatione naturæ vigeat ac sentiat1. Quindi, come è necessario, non esser l’animo immortale, contro di che fortemente avea egli disputato: Acerrime autem deliciæ meæ Dicæarchus contra hanc immortalitatem disseruit2. Quindi ancora stolta cosa essere il pensare all’avvenire, e meglio esser il non volerne saper nulla: At nostra interest scire, quæ eventura sint. Dicæarchi liber est, nescire ea melius esse, quam scire3. E nondimeno sul governo delle Repubbliche e su’ doveri de’ Magistrati e de’ Sudditi così saggiamente egli scrisse, che, come narra Suida, legge vi era tra gli Spartani, che il libro da Dicearco scritto intorno alla loro Repubblica fosse ogni anno alla presenza de’ giovani nel pretorio dagli Efori letto pubblicamente. Così al medesimo tempo ch’egli toglieva alla Religione e alla Morale que’ fondamenti, a cui solo l’una e l’altra possono appoggiarsi, parer voleva insieme della Religione e della Morale sostenitor zelantissimo. Nel che se da altri sia egli stato imitato, io lascerò che il decida, chi ha tralle mani le opere de’ moderni liberi pensatori. Fiorì egli verso l’Olimpiade CXVI, e delle opere da lui scritte si può vedere ciò, che ampiamente ne hanno scritto Enrico Dodwello4, il Bruckero5, e il Fabricio6.7

XIV.

La Medicina coltivata nella Magna Grecia.

Allo studio delle Filosofia quello appartiene ancora della Medicina; nè è perciò maraviglia, che avendo i popoli della Magna Grecia e della Sicilia coltivata diligentemente la prima, celebri ancor riuscissero nella seconda. Que’ di Crotone

  1. Tusc. Qu. lib. I n. 152.
  2. Ibid. n. 164.
  3. De Divinat. lib. II n. 130.
  4. Dissert. de Dicæarcho edita Vol. II Geogr. Græc. Edit. Oxon.
  5. Hist. Crit. Philos. t. I p. 854.
  6. Bibl. Græc. tom. II p. 295.
  7. Anche la Storia Filosofica, se crediamo a Suida, dee alla Sicilia o il primo suo Scrittore, o almeno uno de’ primi; perciocché, secondo lui, fu di patria Messinese Aristocle, il quale oltre alcune altre opere in dieci libri raccolse tutte le opinioni de’ Filosofi, che finallora eran vissuti, e le diverse sette da essi formate.