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54 Storia della Letteratura Italiana.

pra Archimede avea incominciato M. Melot1; ma non so per qual ragione non le abbia egli condotte a fine2. Noi non prenderemo a descriverne minutamente la Vita, intorno a cui nulla ci lasciano a desiderare i mentovati Autori, e il primo singolarmente. Solo i principali studj e le scoperte più ragguardevoli ne accennerem brevemente, trattenendoci ove qualche cosa per incertezza meriti maggior esame.

XVII.

Epoche della sua Vita e sue prime scoperte.

Nacque egli verso l’anno 286 innanzi l’Era Cristiana, cioè verso l’anno 467 di Roma, e Siracusa, che a ragione chiamar possiamo de’ più leggiadri e più sublimi ingegni dell’antichità educatrice e madre, ne fu la patria. S’egli fosse parente del Re Gerone, come vuole Plutarco3, o nol fosse, come altri affermano, poco giova il cercarlo. S’io facessi ricerche intorno alla vita di Gerone, potrei cercare di accrescere a questo Principe nuovo onore, esaminando, s’egli avesse a parente Archimede. Ma questi non abbisogna di quella qualunque siasi gloria, che dalle Reali parentele deriva. La Matematica e la Meccanica singolarmente e la Geometria furono sempre le sue delizie, nè altra passione oltre questa pare ch’egli non conoscesse. Plutarco ed altri antichi Scrittori ne danno pruove tali, che, se si ammettesser per vere, cel mostrerebbero tratto dall’amore di questi studj alla pazzia non che all’entusiasmo; e quella singolarmente dell’essere egli balzato improvvisamente dal bagno, in cui fatta aveva una scoperta geometrica, di cui poscia favelleremo, e così ignudo com’era aggirandosi per le vie della Città gridando ad alta voce; io l’ho trovato, io l’ho trovato. Il Matematico Montucla, che dalla scienza sua prediletta rimover vorrebbe questa qualunque taccia di esser possente ancora a trarre altrui in pazzia, rigetta quai favolosi tali racconti. Io non voglio accingermi a difenderne la verità; ma parrà forse ad altri, ch’essi non sien certo affatto improbabili, poichè di somiglianti trasporti veggiam noi pure al presente non rari esempj.


  1. Mem. de l’Acad. des Inscript. tom. XIV p. 128.
  2. Delle osservazioni Astronomiche di Archimede parla ancora M. Bailly (Hist. de l’Astron. Moderne T. I p. 44.), il quale con breve ma grande elogio lo dice il Newton della Scuola Greca.
  3. In Marcello.