Pagina:Storia della rivoluzione piemontese del 1821 (Santarosa).djvu/155

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punto1. Il dispotico governo del Piemonte meno ancora di loro ribellione, come qualificava gli sforzi generosi di chi volea rivendicati al popolo i suoi diritti, avrebbe perdonato il mite esercizio del potere cui nelle menti dei cittadini lunga stagione indelebile starà, contro le calunnie dei nemici di libertà. Ben lo sa quel governo; e sallo pure il proscritto che in questo solo pensiero ritrova un conforto ai suoi dolori2.

Sono finalmente al termine di mia penosa fatica; mi rimane la fiducia di averla fedelmente compiuta, di nulla aver trascurato perchè riuscisse eziandio vantaggiosa. Bisognava provare che i Piemontesi erano stati trascinati alla rivoluzione dagli eccessi di un governo sommamente arbitrario, dalla mancanza di

  1. Quando io scrissi, ignorava ancora la sentenza del 13 agosto che condannava a morte il principe della Cisterna, il marchese Prierio, ed il cav. Ettore Perrone come complici della rivoluzione piemontese. Nel corso di quest’opera dichiarai altra fiata, ed ora di nuovo solennemente dichiaro che quei tre non ebbero non solo parte alcuna alla cospirazione di marzo, ma nemmeno notizia della stessa, giacchè tale non vuolsi considerare l’incerto romore che loro ne potesse esser giunto all’orecchio. Il marchese Prierio fu il solo che sentisse a parlarne di un modo più positivo qualche giorno prima del suo arresto, e da chi? Dal principe di Carignano.

    Su quali prove adunque si condannarono della Cisterna, Prierio, e Perrone? L’astio soltanto può avere dettato di simili sentenze se pure sentenze chiamar si possono.

  2. La Provvidenza serbava un altro sollievo a’ loro mali nell’amica ospitalità dei popoli presso i quali mendicavano un asilo, e la più tenera e commovente riusciva ove i governi per politiche considerazioni che non sta a me giudicare, credevano dover ricusare loro protezione ai rifugiati italiani. Ma tu, generosa Spagna, tu ci apristi le braccia, e su di noi hai versato i tuoi benefizii! Qual piemontese potrà mai dimenticare Barcellona?