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98 Storia di una Capinera

nell’altra stanza; sembrava irritata e di assai cattivo umore. Il giorno dopo mi levai così pallida che il babbo voleva mandare pel medico. Più tardi la mamma mi chiamò nella sua stanza e al solo guardarla in viso mi sentii piegar le ginocchia. Ella mi parlò lungamente de’ suoi doveri, dei miei, della mia vocazione, della necessità impostami dalla mia povertà di dar retta a quella vocazione. Mi parlò dei pericoli che una ragazza destinata al chiostro può incontrare anche nelle più semplici relazioni, e finì coll’ordinarmi che per l’avvenire quando giungeranno estranei in casa nostra, fossero anche i signori Valentini, io dovrò restarmene chiusa nel mio camerino.

Mio Dio! come sopportai la tortura di quelle ammonizioni?... sembrava che ella si divertisse a punzecchiarmi a colpi di spillo, ad accusarmi in enigma di mille torti, e non mi fece neanche intendere se