Pagina:Storia di una Capinera (1894).djvu/32

Da Wikisource.
18 Storia di una capinera

non ha cuore di sgridarmi; egli non sa far altro che accarezzarmi e dire: Povera piccina! lasciatele godere questi giorni di libertà!

Ogni volta che penso alla mia povera mamma che dorme laggiù nel camposanto di Catania, mi vengono le lagrime agli occhi. Ma qui ci penso più spesso, perchè mi par di essere straniera nella casa di mio padre. Nessuno ci ha colpa. Non sono abituati a vedermi, ad avermi fra i piedi: ecco tutto.

La mia matrigna poi, se mi rimprovera che io non son buona a nulla, ne ha le sue buone ragioni; gli è pel mio bene, e il torto è sempre mio. Mia sorella non è molto espansiva, perchè non è pazzerella come me: ma mi vuol bene e non si lagna del disagio che io le arreco occupando quel piccol camerino ov’è rincantucciato il mio lettuccio e che altre volte le serviva da guardaroba, mentre