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Storia di una Capinera 39

che mi costrinsero.... L’altra sera i signori Valentini portarono il loro armonium, suonò Annetta; poi anche Giuditta; ballarono tutti, Annetta, mia sorella, e un poco anche Gigi. Si dovette disfare il letto di mia sorella per formare la sala da ballo. Dopo che Giuditta ebbe finito di ballare, il signor Nino venne ad invitarmi. Io mi sentivo ardere il viso e avrei voluto trovarmi cento piedi sotterra. Balbettavo, non sapevo che dire. Rifiutai, rifiutai venti volte, te lo giuro; tutti ridevano e battevano le mani; il babbo venne a prendermi per la mano, ridendo anche lui, mi accarezzò, mi disse che po’ poi non c’era il gran male a ballare anch’io. Tentai inutilmente far comprendere che non sapevo ballare affatto, che non mi avevano insegnato neanche cotesto; il signor Nino s’impegnò di dirigermi lui; non ci vedevo più, provavo le vertigini, sentivo un ronzìo alle orecchie, e le gambe mi trema-