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Storia di una Capinera 81

bero dovuto rimaner ignorati per sempre; il mio cuore prova sentimenti nuovi, che non avrebbe mai provato, che non avrebbe dovuto provare giammai; è felice, si sente più vicino a Dio, piange, si trova piccolo, isolato, debole. Tutto questo è spaventoso! Aggiungi minuzie insignificanti che diventano torture: uno sguardo, un gesto, un’inflessione di voce, un passo; — ch’egli segga a quel posto invece che a quell’altro; — ch’egli parli a quella persona piuttosto che a quell’altra. Tu non mi comprenderai; tu mi crederai folle!... Mio Dio! se lo fossi, come sarei felice. È un dubbio continuo, un’ansia, uno sgomento, una dolcezza indicibile. Aggiungi a tutto questo il pensiero della mia condizione, il rimorso del peccato, l’impotenza di lottare contro un sentimento ch’è più forte di me, che mi ha invaso, mi logora, mi vince, e mi rende felice soggiogandomi.... la desolazione di trovarmi umi-