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cento nelle spese: ma altri ve ne sono, nei quali la generazione presente vide delle economie della metà e persino dei tre quarti1. Gli effetti che si sono

  1. Ecco su questo particolare alcuni dettaglj interessanti che mi furono somministrati in una nota dal mio amico il sig. N. Clement, il quale per le sue cognizioni pratiche si è reso celebre come ingegnere di manifatture. - « Un esempio notevole della diminuzione che i progressi dell’industria occasionarono nelle spese di produzioni è quello che ci presenta l’acido di zolfo, il quale nel 1788 e 1789 costava da 5 a 6 franchi la libbra, ed in oggi costa 3 soldi. Eppure i materiali impiegati per produrlo sono presso a poco raddoppiati di prezzo: ma l’economia sui mezzi di fabbricazione è stata enorme. Altre volte un uomo era continuamente occupato a bruciare dello zolfo in vasi di vetro le cui capacità riunite non eccedevano alcune centinaja di litri. In oggi una sola persona non impiega il quarto del tempo a fare lo stesso lavoro in capacità di uno o due milioni di litri! L’incisione d’un cilindro di rame per la stampa delle indiane occupava un artista per sei mesi; e la stampa col cilindro era di già, essa sola, un gran perfezionamento. In oggi un uomo che può pagarsi la metà di meno fa il medesimo lavoro in poche ore. Si possono avere ora a S. Quentin per 75 centesimi l’auna delle tele di cotone che si pagavano nel 1813 9 franchi l’auna. Nè bisogna attribuire questo ribasso ai dazj enormi che pesavano sulla materia prima; perchè nel 1813 a malgrado dei dazj, non entravano in un’auna più di 75 a 90 centesimi di cotone. La fattura sola era dunque pagata 8 franchi, ed ora il cotone e la mano d’opera insieme non