Pagina:Sulla venuta in Italia degli arciduchi d'Austria conti del Tirolo.djvu/51

Da Wikisource.
46 Sulla venuta in Italia

talmente. La sera si fece festa da ballo nella solita sala di Palazzo e veramente riuscì numerosissima di Dame e di Cavalieri. Questa mattina, che è lunedì (22 aprile), il Serenissimo Arciduca ha dato udienza agli Ambasciatori di Lucca. Il Duca Salviati m’ha detto di avere durata gran fatica per ridurre sua Altezza a farli coprire e che pure gli è riuscito1. Oggi dopo pranzo sono andati a caccia verso Pratolino. Ma! havranno fatto poco, perchè è quasi sempre piovuto».

«Il Duca di Mantova stà risoluto di non trattare d’Altezza i signori Principi e però non vi è gran sodisfazione2. Ha detto oggi di volere andar domani a Livorno e il Marchese Valenti m’ha detto, che ha qualche pensiero d’arrivare fino a Roma. Creda V. A. Ser.ma che la scena è curiosissima...».3

  1. Non siamo riusciti a sapere quale carica di corte occupasse il Duca Salviati.
  2. È noto, come il Duca di Mantova fosse di carattere alquanto bizzarro.
  3. Ecco quanto ci comunica sul marchese Valenti l’erudito e gentilissimo sig. Stefano Davari Direttore dell’Archivio storico Gonzaga: «Il Valenti, che accompagnò il Duca a Firenze era il marchese Odoardo, del quale scrive il d’Arco «si intitolò cavaliere del Redentore e Marchese di Montiglio e tenne ufficio di secretario ducale, poi intimo consigliere di Stato e al 1658 fu spedito ambasciatore alla corte di Francia e cinque anni dopo alla repubblica veneta