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154 EMILIO SALGARI

strando il loro piacere con dei piroettamenti bizzarri che fecero schiantare dalle risa Harry e Giorgio.

— Camerati, — disse John, con voce grave, mentre accarezzava il muso del suo magnifico cavallone — questo è un gran segno di buona fortuna.

Ora sono sicuro di poter compiere la missione affidatami dal colonnello e di salvare i suoi fanciulli.

— Anche noi!... — esclamarono Harry e Giorgio.

Nuvola Rossa rimase invece zitto, anzi la sua fronte si era aggrottata ed i suoi occhi si erano fissati, con un po’ d’inquietudine, su Minnehaha; ma la fanciulla era rimasta impassibile.

Nelle sue vene doveva avere ben il sangue di sua madre, la terribile Yalla!

I quattro cavalli furono condotti sotto la tettoia, ben strigliati per togliere loro la schiuma che li copriva e fatti coricare sopra dei fasci di erba fresca e appetitosa, strappata nei dintorni del pozzo della miniera.

— A domani, — disse John. — A voi, gambusino, il primo quarto.

Aprite gli occhi e tendete bene gli orecchi. I Chayennes non sono meno abili degli Sioux e degli Arrapahoes nelle sorprese e potrebbero essersi già accorti della nostra presenza.

— Fidatevi di me e dormite tranquilli, — rispose Nuvola Rossa.

Mentre i tre volontari della frontiera si lasciavano cadere a fianco dei cavalli in attesa del loro turno, l’indiano prese la coperta e la carabina ed andò a sedersi presso il pozzo della miniera.

Minnehaha, che doveva possedere una resistenza incredibile l’aveva seguito, avvolgendosi nel suo mantello ormai ridotto in condizioni deplorevoli e quasi nero come il carbone.

Padre e figlia stettero a lungo senza parlarsi, contemplando o fingendo di contemplare le stelle e la luna che tornava a mostrarsi sulle alte cime dirupate della sierra.

In lontananza le coyotes mandavano le loro strida e nella vicina boscaglia il vento sussurrava dolcemente.

— E così, padre? — chiese ad un tratto la selvaggia indiana, facendo lampeggiare, alla luce dell’astro notturno, i suoi occhi nerissimi. — Continueremo per un bel tratto ancora? E mia madre, che cosa direbbe se lo sapesse?

— Se sapesse che cosa? — chiese Nuvola Rossa, con voce un po’ aspra.

— Che noi ci troviamo insieme a questi maledetti visi-pallidi da quattro giorni, senza aver strappata loro una capigliatura.

— Ah!... Tu vorresti che li avessi già uccisi tutti.

— Forse mia madre l’avrebbe già fatto.

— Uh!... Tua madre!...

— Tu non sei uno Sioux!...